Caro lettore,
oggi imparerai la lezione che ogni impresario funebre, webbari e social media manager dovrebbero imparare.
Scrivo questo articolo perché è arrivato il momento di fare chiarezza e di farlo per 2 categorie: impresari funebri e web agency o social media manager.
Negli ultimi anni, come saprai, un’azienda di onoranze funebri ha fatto molta popolarità attraverso la gestione social in modalità ironica delle sue pagine social: parlo della Taffo.
Milioni di visualizzazioni in tutta Italia si sono susseguite, frutto di condivisione per i suoi post ironici.
Ma è questa la strada giusta per crescere e fare risultati?
In questo articolo, spiegherò dettagliatamente dal punto di vista etico e del marketing del perché questa non è la giusta strada da imboccare.
Partiamo dal presupposto che il settore funerario è uno dei più complessi: allo stesso modo elaboro questo articolo partendo da 2 percorsi professionali ed accademici.
Lo faccio in qualità di Counsellor ad orientamento analitico transazionale nella relazione di aiuto e lo faccio in qualità di esperto di marketing.
Ora ti porrò diverse domande, e ti spiegherò perché le “taffate” non sono la soluzione.
PUNTO N.1 : ONORARE UN DEFUNTO. TI SEI MAI CHIESTO COSA SIGNIFICHI?
In questi anni ho incontrato molti clienti che sono impresari funebri: e alcuni di loro nelle nostre consulenze mi hanno spiegato proprio l’importanza dell’onorare un defunto.
Bene, ti pongo subito una domanda: affideresti mai un rito per ricordare un tuo defunto a chi fa il “simpaticone” sui social?
Bene l’originalità (tanto di cappello al coraggio di ha seguito questa strada per primo), ma onorare un defunto significa altro.
A maggior ragione perché saprai che ogni lutto richiede un processo di elaborazione (teoria di Kubler) e non è bello prendere in giro le emozioni di qualcuno.
Purtroppo dopo il fenomeno Taffo, che ha portato milioni di visualizzazioni, molti pseudo social media manager e molte pseudo web agency hanno iniziato a fare la brutta copia della gestione fatta dalla più nota agenzia romana.
PUNTO N. 2: AFFIDERESTI MAI UN DEFUNTO A CHI NON RISPETTA IL LUTTO? I NUMERI CHE CONFERMANO CHE NON E’ LA STRADA GIUSTA!
Se sei un impresario funebre devi chiederti: “i miei clienti, affiderebbero mai l’ultimo saluto al loro caro, se vedono nel tempo una gestione ironica, quasi banale ormai, della comunicazione relativa a qualcosa di molto delicato?”
La risposta è no, e a dirlo non ci sono io (basterebbe la logica) ma ci sono i numeri di Taffo che non sono aumentati negli anni, nonostante le centinaia di migliaia di like e condivisioni.
Infatti è importante tu possa leggere quanto sto per inserire nel punto 3.
PUNTO N. 3: LIKE E CONDIVISIONI NON CORRISPONDONO AD INCREMENTO DI CLIENTELA E FATTURATI. ANZI, IN QUESTO SETTORE RISCHIANO DI ESSERE INVERSAMENTE PROPORZIONALI.
In questi anni Taffo ha visto diventare virali molti post che ironizzavano sul mondo funebre: ripeto, strategia simpatica e originale (diventata banale e squallida per le altre web agency e social media che hanno scopiazzato e fatto lo stesso per i loro clienti) ma non ha visto aumentare i fatturati.
Like e condivisioni non sono il termometro delle vendite, perché?
Non lo sono mai, in nessun settore, ma soprattutto in questo, perché like e condivisioni derivanti erano semplicemente quelli del pubblico non in target: sui social ci sono tutte le tipologie di utenti e la simpatia ha attratto curiosi e persone che evidentemente non sono state colpite da lutti e metto la mano sul fuoco “nessuno affiderebbe mai il suo defunto a chi ironizza su un argomento così delicato di una fase della vita così impegnativa”.
Adesso, consegno una piccola lezione ulteriore di marketing ai social media manager e alle web agency che in Italia stanno scopiazzando questa strategia.
PUNTO N. 4: NEL MARKETING ESISTONO DIVERSE REGOLE. TRA QUESTE, LA PRIMA E’ CHE “IL PRIMO PRENDE MERCATO, IL SECONDO PRENDE UNA PARTE PIU’ PICCOLA: DAL TERZO IN POI PRENDI LE BRICIOLE”.
Dovrei definirli colleghi, ma non lo sono, perché se avessimo le medesime competenze non si permetterebbero di fare alcuni obbrobri ai quali assisto da tempo.
Vorrei dire loro che se avessero davvero competenze in marketing non si permetterebbero di fare certe gestioni perché in qualsiasi azione commerciale e di marketing esiste la regola che “il primo prende mercato: dal secondo in poi, sono dei copia e incolla che servono a nulla”.
Come è possibile che si possano ancora vedere alcune attività così ridicole?
Questo indica che non esistono un minimo di originalità, e soprattutto non esiste un minimo di competenza sul cosa sia davvero importante per permettere ad un cliente di una categoria così delicata come il settore funerario di poter acquisire la giusta presenza nel mercato (prima che web).
Sono altri i valori differenzianti da mettere in mostra: sono altre le strategie da adottare.
I copia e incolla di un modello che esiste da anni (che porta like ma non vendite) è la dimostrazione che oggi in Italia il 90% dei social media manager sono ignoranti in quella che è la materia utile alla crescita delle aziende: il marketing strategico e operativo.
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A presto, Fabio De Lucia.